lunedì 24 marzo 2014

IL VEZZO DELL'INGLESE


Nel giornalismo cartaceo e televisivo dilaga l'uso di inserire parole inglesi, a volte anche a sproposito, quando cioè non se ne vede il bisogno.
Uso a sproposito che si verifica anche quando  si italianizza un termine inglese che somiglia ad uno italiano, ma con diverso significato, come ad esempio:
- il termine inglese "attitude" si traduce in libri e giornali in "attitudine", mentre il realta'  significa "atteggiamento";
- il termine inglese "eventually" non vuol dire "eventualmente" ma "successivamente".
Giova premettere che la conoscenza e soprattutto la familiarità con questa lingua è basilare per la cultura di noi italiani, in un mondo sempre più globalizzato dove l'inglese è la lingua universale. Altrettando basilare comunque quanto per noi la buona conoscenza dell'italiano.
Si ha l'impressione infatti leggendo alcuni testi "inquinati" da parole inglesi che gli autori abbiano poca dimestichezza con l'italiano - e si potrebbe aggiungere poco rispetto - quando preferiscono inserire termini inglesi, tramite i quali ottenere la considerazione del lettore sul proprio livello culturale, e coprire elegantemente le proprie carenze nella lingua nativa.
Non sono rari infatti i casi di laureati italiani - non di primo pelo - che hanno conservato la difficoltá nel distinguere termini uguali, che differiscono però nel significato per la presenza o meno dell'accento o dell' acca.
V'è da aggiungere peraltro che non sembra esistere in Italia un organo pubblico che traduca autorevolmente nell'italiano i neologismi che maturano in varie parti del mondo per effetto del progresso tecnologico, progresso che spesso viene annunciato su riviste scientifiche di lingua inglese, riconosciuta ovunque come lingua di uso generale.
Vien da pensare ad un ente come l'Accademia della Crusca. Accademia che con alterne vicende sopravvive dal 1582, anno in cui venne fondata dal Granduca Cosimo I al fine di espurgare e disciplinare la lingua toscana. Ente che tuttavia oggi non sembra essere noto al grande pubblico, per una efficace attivita' di difesa della nostra lingua e di introduzione di neologismi che la rendano sempre attuale.
Alcuni esempi di improprio uso dell'inglese:
1 - Esiste una malattia di origine virale denominata Sindrome da Immuno Deficienza Acquisita(acronimo:S.I.D.A.). Ma nessuno sa cos'è questa SIDA, termine invece familiare nel francese e nello spagnolo, lingue affini all'italiano. In Italia tutti la conoscono invece come AIDS (Aquired Immuno Deficiency Syndrome), cioè nell'acronimo inglese.
2 - Il Patto Atlantico è noto nella sua espressione completa: Organizzazione del Trattato dell' Atlantico del Nord (OTAN in francese )ma per noi è la NATO (North Atlantic Treaty Organization).
3 - La " spending review" che si traduce semplicemente nella "revisione della spesa (pubblica)", era un termine inflazionato nei media nostrani ai tempi del governo Monti, termine che nascondeva tuttavia ben tre dettagli a livello esecutivo, dall'aspetto assurdo:
- tagli lineari - per ogni centro di spesa le disposizioni stabiliscono che ogni singola voce deve essere tagliata della percentuale prefissata e non contribuire alla media su tutte le voci , potendo quindi assumere ogni singola voce un contributo differenziato al risparmio; ma, nonostante che il criterio del taglio lineare sia contrario al buon senso, e sia stato contestato da piu' parti, la dirigenza locale ha preferito invece i tagli lineari imposti dall'alto anziché assumersi la responsabilita' di estenuanti trattative tra le varie componenti del nucleo sottoposto alla propria supervisione, al fine di  una combattuta  ricerca del più idoneo assortimento di spesa che rispetti l'obiettivo di taglio prefissato.
patto di stabilitá - i comuni che hanno bilanci in attivo, cioè un avanzo spendibile, non sono autorizzati a disporne nel modo più opportuno, neanche per completare opere in corso, per non sforare certi limiti all'indebitamento nazionale imposti dalla burocrazia  europea. E' ad esempio il caso del Comune di Olbia  al quale erano stati negati lavori con fondi propri per proteggersi dai rischi connessi con le avversita' atmosferiche, puntualmente poi verificatesi nel novembre 2013, con i maggiori costi legati alla conseguente emergenza.
situazione debitoria verso le imprese fornitrici di beni e servizi- si parla di crediti verso lo Stato dell'ordine di 70 - 100 miliardi di euro, la cui insolvenza, detta insistentemente "default" - dal giornalismo cartaceo e televisivo (forse per maggior chiarezza ?)- genera un contributo sostanziale allo stallo dell'attivitá produttiva, rendendo cosi' aleatoria ed assai piu' difficile la "crescita", invocata dai sindacati e dagli stessi governi,i quali ultimi pero'  hanno contribuito al contrario  a strozzarla con la propria inerzia ed in assenza di  coercitivi controlli sulla spesa corrente.Anche in questo caso, di urgenza estrema,i declamati vincoli europei consentivano ai governi di rinviare alle calende greche l'assolvimento di un preciso obbligo contrattuale e cioe' quello di pagare con regolarita' forniture e servizi', liberamente contrattati.
Si puo' proseguire senza fine in questi esempi di cui offriamo qui di seguito alcuni ulterori esempi di gratuita' nell' uso dell'inglese:
election day ( data del voto) , day hospital ( ambulatorio), call center ( centralino), rush ( corsa finale, verso la formazione di un governo o verso la chiusura della campagna elettorale),Italy's got a talent(programma tv derivato da"America's got a  talent"), summit (vertice).
Indubbiamente l'inglese ha il pregio della brevita' dei suoi vocaboli, particolarmente di quelli di origine celtica, che sono spesso dei mono sillabi, ad esempio : week end (due sillabe) contro fine settimana ( sei sillabe), tank( una sillaba) contro carro armato (5 sillabe), skill (una sillaba) contro specializzazione(6 sillabe), il che agevola la tendenza ad inserire dei vocaboli inglesi nell'italiano, anche per il fatto che spesso i neologismi provengono da aree di lingua inglese, il che ne favorisce la comprensione in tutto il mondo.
Gioverebbe pero' non dimenticare - per evitare la sensazione dell'inquinamento della nostra lingua - che la diffusione mediatica delle notizie non dovrebbe trascurare la corretta traduzione in italiano dei termini usati, a beneficio del grande pubblico, che nella media ha tuttora una scarsa o nulla  familiarita' con l'inglese ( ed in alcune aree  anche  con l'italiano).
Da ultimo per battezzare una nuova tassa italiana allo studio , che accorpi l'IMU e la tassa di raccolta rifiuti, qualcuno in tv si e' affrettato a denominarla " service tax ", come se in Italiano non esistesse un termine di pari chiarezza.
In conclusione dobbiamo dare per scontata, con rammarico, la soverchiante diffusione di termini inglesi nella nostra lingua - dovuto in parte alle sue peculiari caratteristiche ed in parte ad un diffuso nostrano orientamento anglofilo  - e sarebbe quindi insensato propugnarne l'ostracismo.
Ecco esempi di inquinamento mediatico:
a -la nave Concordia sta per subire la "winterizzazione", cioè un allestimento a protezione del relitto dalle avversità meteo invernali.
b- il premier Letta partecipa a Siena ad un "workshop" sul tema dell' "welfare".
Del resto, per consolarci, alcune parole italiane sono anche presenti nell'inglese, come ad esempio: pizza, pasta, fiasco (nel senso di insuccesso), imbroglio, nostalgia, mafia, etc., fenomeno di compenetrazione linguistica favorito dal crescente intreccio dei rapporti internazionali, in cui molti  termini originati da svariate lingue sono divenuti patrimonio comune, come ad esempio: tsunami, kamikaze (giapponese), blitz  (tedesco), golpe (spagnolo), troika (russo),robot (ceco).
Cordiali saluti
22.11.13
Rino Palmieri

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