martedì 5 marzo 2013

I Giovani: Un problema?

Il comportamento dei giovani appare oggi un problema,per molti genitori. Nei tempi andati i giovani venivano formati in parte dalla scuola ed in parte dai genitori che trasmettevano i valori ricevuti a loro volta dai rispettivi genitori, valori che per secoli sono rimasti pressoché immutati, per cui il rischio di sbagliare era legato più alla scarsa cultura recepita che all'evoluzione dei tempi.


Nell'era in cui viviamo i progressi tecnologici - che ci raggiungono con sostanziale continuità - pongono un problema ai genitori: quello di tenersi costantemente aggiornati per essere in grado di trasmettere - con l'amore parentale - anche un bagaglio culturale continuamente rinfrescato ai propri figli.


Pochi sono oggi in grado di reggere questo compito di deglutire le novità quotidiane, separare quelle importanti da quelle che non lo sono, e - così emendate - riversarle sui propri figli alimentando la loro cultura con il prestigio che naturalmente deriva dall'essere genitori à la page, e quindi in grado di esigere, oltre all'amore filiale, anche il rispetto e l'obbedienza.


Più spesso capita oggi che gli adolescenti siano più aggiornati dei genitori, avendo modo di passare molto tempo davanti alla TV ed in navigazione sulla rete. Il controllo parentale sull'evoluzione dell'apprendimento scolastico non viene più da questi tollerato: i suggerimenti impartiti sanno di stantio,il genitore mostra di non esser più in grado di dar consigli perché la sua cultura non sembra più al passo coi tempi e quindi incapace di integrare l'opera dell'insegnante. Si crea così il cosiddetto gap generazionale, quella sorta di incomprensione artificiosa che nasce dalla pretesa che la generazione dei genitori appartiene ad un passato sorpassato e declassato,contenente esperienze di validità superata e quindi non trasmissibili.

La perdita eventuale di prestigio culturale nei confronti dei figli deve essere però confinata a poche materie ben individuate, e bilanciata col rafforzamento del prestigio comportamentale, per rendere accettabile la disciplina familiare, quantomeno fino alla maggiore età.

La superiorità culturale che emerge su alcune discipline da parte dell'adolescente si può anche sfidare da parte del genitore, quando questi chieda umilmente allo scolaro di essere aggiornato sul tema che egli conosce così bene. Il ragazzo si inorgoglisce per questo ribaltamento culturale, se veramente è familiare con l'argomento ( spiegami, figlio, cosa sono i neutrini ed i bosoni di cui si parla in questi giorni in TV; sei al corrente che sui bosoni una scienziata italiana ha avuto la copertina di TIME, mentre le nostre TV se ne sono occupate solo marginalmente ed in ritardo?). Il ragazzo forse rientra nei suoi confini, riconoscendo che la cultura ha molte sfaccettature.


Atteso che oggi i genitori non riescono più a trasmettere educazione e cultura per il prevalere dei media che entrano in casa tutti i giorni, a volte con programmi di dubbia validità,dove il mondo degli adulti si presenta più spesso affetto da scandali che da nobili esempi;

- tenuto anche conto della dubbia praticabilità della limitazione nell'accesso alla TV tramite l'uso di password,

- infine considerato che oggi questi aspetti devono essere trasmessi da educatori ed istruttori specializzati nelle rispettive discipline,

è necessario pian piano rivedere l'organizzazione familiare per rendere, in primis, effettiva la parità uomo-donna nella fase maternità,assicurando - oltre il tempo assegnato per il puerperio - la disponibilità di asili nido che tolgano alle madri un fardello, in aggiunta agli impegni di lavoro.

Dopo gli asili nido,le scuole materne, e le elementari ( dove sopravviverà la maestra unica attuale, intesa più come vicemadre che come vera e propria insegnante) la cultura deve essere somministrata in convitti dove insegnanti che siano specializzati, e versati anche nelle tecniche di insegnamento, formino giovani, educandoli alla disciplina ed ai comportamenti civili,e predisponendoli per affrontare gli ulteriori impegni culturali, connessi con le professioni che si intende scegliere.

Di tali convitti esistono già degli ottimi esempi: nelle scuole militari , nei seminari religiosi, in quelli laici tenuti da religiosi, e dovunque si intenda sfornare degli specialisti.

Questo è infatti il punto: i giovani devono emergere dalla scuola come specialisti, preparati cioè per fare ed allenati all'apprendere, considerato che oggi nessun tipo di cultura è statico e quindi l'apprendimento è una necessità continua, che si alimenta con un forte sentimento di curiosità per tutto l'universo che ci circonda.

Con il sistema dei convitti, si avvierebbe a soluzione anche il problema di isolare taluni soggetti - sottraendoli alla patria potestà quando ne ricorrano i presupposti - che provengano da determinati ambienti, predisposti alla criminalità od al nomadismo, sradicando in questo modo l'influenza negativa originata dal comportamento degli antenati, succubi a loro volta del vincolo di tradizioni secolari, non sempre rispettose delle regole del vivere civile.




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