Il 
comportamento dei  giovani appare oggi un problema,per molti genitori. Nei tempi 
andati i giovani venivano formati in parte dalla scuola ed in parte dai genitori 
che trasmettevano i valori ricevuti a loro volta dai rispettivi genitori, valori 
che per secoli sono rimasti pressoché immutati, per cui il rischio di sbagliare 
era legato più alla scarsa cultura recepita che all'evoluzione dei tempi.
Nell'era in 
cui viviamo  i progressi tecnologici - che ci raggiungono con sostanziale 
continuità -  pongono un problema ai genitori: quello di tenersi costantemente 
aggiornati per essere in grado di trasmettere - con l'amore  parentale - anche 
un bagaglio culturale   continuamente rinfrescato  ai propri figli.
Pochi sono 
oggi in grado di reggere questo compito di  deglutire  le novità quotidiane, 
separare quelle importanti da quelle che non lo sono, e - così emendate - 
riversarle sui propri figli alimentando la loro cultura con il prestigio che  
naturalmente deriva dall'essere genitori à la page, e quindi in grado di 
esigere, oltre all'amore filiale,  anche il rispetto e l'obbedienza.
Più spesso 
capita oggi che gli adolescenti siano più aggiornati dei genitori, avendo modo 
di passare molto tempo  davanti alla TV ed in navigazione sulla rete. Il 
controllo parentale sull'evoluzione dell'apprendimento scolastico non viene più 
da questi tollerato: i suggerimenti impartiti sanno di stantio,il genitore 
mostra di non esser più  in grado di dar consigli perché la sua cultura non 
sembra più al passo coi tempi e quindi incapace di integrare l'opera 
dell'insegnante. Si crea così il cosiddetto gap generazionale, quella sorta di 
incomprensione artificiosa che nasce dalla pretesa che la generazione dei 
genitori appartiene ad un passato sorpassato e declassato,contenente esperienze  
di validità superata e quindi non trasmissibili.
La perdita 
eventuale di prestigio culturale nei confronti dei figli deve essere però 
confinata a poche materie ben individuate, e bilanciata col rafforzamento del 
prestigio comportamentale, per rendere accettabile la disciplina familiare, 
quantomeno fino alla maggiore età.
La 
superiorità culturale che emerge su alcune discipline da parte dell'adolescente 
si può anche sfidare da parte del genitore, quando questi chieda umilmente allo 
scolaro di essere aggiornato sul tema che egli conosce così bene. Il ragazzo si 
inorgoglisce per questo ribaltamento culturale, se veramente è familiare con 
l'argomento ( spiegami, figlio, cosa sono i neutrini ed i bosoni di cui si parla 
in questi giorni in TV; sei al corrente che sui bosoni una scienziata italiana 
ha avuto la copertina di TIME, mentre le nostre TV se ne sono occupate solo 
marginalmente ed in ritardo?). Il ragazzo forse rientra nei suoi confini, 
riconoscendo che la cultura ha molte sfaccettature.
Atteso che 
oggi  i genitori non riescono più a trasmettere educazione e cultura per il 
prevalere dei media che entrano in casa tutti i giorni, a volte con programmi di 
dubbia validità,dove il mondo degli adulti si presenta più spesso affetto da 
scandali che da nobili esempi;
- tenuto 
anche conto della dubbia  praticabilità della limitazione nell'accesso alla TV 
tramite l'uso di  password,
- infine 
considerato che oggi  questi aspetti devono essere trasmessi da educatori ed 
istruttori specializzati nelle rispettive discipline,
è 
necessario pian piano rivedere l'organizzazione familiare per rendere, in 
primis, effettiva la parità uomo-donna nella fase maternità,assicurando - oltre 
il tempo assegnato per il puerperio - la disponibilità di asili nido che tolgano 
alle madri un fardello, in aggiunta agli impegni di lavoro.
Dopo gli 
asili nido,le scuole materne, e le elementari  ( dove sopravviverà  la maestra 
unica attuale, intesa più come vicemadre che come vera e propria insegnante) la 
cultura deve essere somministrata in convitti dove insegnanti che siano 
specializzati, e versati anche nelle tecniche di insegnamento, 
formino giovani, educandoli alla disciplina ed ai comportamenti civili,e 
 predisponendoli per affrontare gli ulteriori impegni culturali, connessi con le 
professioni  che si intende scegliere.
Di tali 
convitti esistono già degli ottimi esempi: nelle scuole militari , nei seminari 
religiosi, in quelli laici tenuti da religiosi, e dovunque si intenda sfornare 
degli specialisti.
Questo è 
infatti il punto: i giovani devono emergere dalla scuola come specialisti, 
 preparati cioè per fare ed allenati 
all'apprendere, considerato che oggi nessun tipo di cultura è 
statico e quindi l'apprendimento è una necessità continua, che 
si alimenta con un forte sentimento di curiosità per tutto l'universo che ci 
circonda.
Con il 
sistema dei convitti, si avvierebbe a soluzione anche il problema di isolare 
taluni soggetti - sottraendoli alla patria potestà quando ne ricorrano i 
presupposti - che provengano da determinati ambienti, predisposti alla 
criminalità od al nomadismo, sradicando in questo modo l'influenza negativa 
originata dal comportamento degli antenati, succubi a loro volta del vincolo di 
tradizioni secolari, non sempre rispettose delle regole del vivere civile.
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