martedì 15 gennaio 2013

GOVERNO MONTI: UN GOLPE?






Il governo Monti e'nato per evidente iniziativa del Capo dello Stato,Giorgio Napolitano,allarmato per un'apparente accelerazione del declino economico dell'Italia,evidenziato  principalmente dal  preoccupante andamento dello spread.
Spread che, com'e' noto,e' il termine inglese per indicare il divario, per quel che ci riguarda,tra il rendimento dei nostri Buoni del Tesoro e quello degli analoghi  titoli di debito pubblico tedeschi, denominati Bund.

Divario che, a sua volta,esprime l'orientamento del mercato finanziario internazionale, piu' o meno azzeccato, sulla credibilita'del nostro paese in termini di fiducia nella futura capacita'di  rimborsare i titoli alla naturale scadenza, al valore di facciata, a confronto con la fiducia nella analoga capacita' riferita ai Bund tedeschi.
Questa credibilita'si misura con la differenza tra il rendimento effettivo dei nostri Buoni del Tesoro e quello dei Bund, differenza che si materializza al momento delle aste per il
collocamento dei titoli, il cui prezzo di realizzo, rispetto al valore facciale, varia a seconda dell'affidabilita' presunta del paese. Un prezzo piu' basso significa un rendimento  piu' elevato, rispetto al valore di facciata, ma rivela anche che si ritiene presente,da parte del mercato, un piu' alto rischio per l'investimento da sottoscrivere.
Grosso modo di puo' dire che se il rendimento effettivo dei Bund fosse del 2% e quello dei nostri BTP fosse del 5% lo spread sarebbe di 300 punti. Altrettanto grosso modo si puo' dire che questo spread assume l'aspetto di una fotografia dell'economia italiana rispetto a quella tedesca, considerata questa come termine di riferimento per gli Stati dell'eurozona.

Questo  confronto dell'economia italiana con quella tedesca - come capita anche ad  altre economie considerate deboli - nasce da impressioni,a volte opinabili, ma che finiscono col seminare inevitabilmete un forte impatto psicologico, col contributo dei veicoli mediatici.

E si ritiene che, in una certa circostanza,e subendo, tra l'altro, l'influenza dello spread,lanciato oltre  i 500 punti,il Capo dello Stato abbia deciso di rompere gli indugi, sbloccando la situazione di stallo che si era cristallizzata  tra i partiti in parlamento, dove la maggioranza di centrodestra si era praticamente vanificata, risultando in effetti paralizzata.

Con l'assenso del premier Berlusconi, non si sa bene quanto spontaneo, Napolitano - dopo averlo nominato senatore a vita - affida la responsailita' del governo al prof. Mario Monti - noto burocrate europeo esperto di economia - il quale si circonda di esperti a formare una squadra di "tecnici" non parlamentari.
Non essendo stato battuto in parlamento, la caduta del governo in vigore, a suo tempo formato con tutti i crismi della democrazia parlamentare, ha tutto l'aspetto di un golpe,ovvero di un colpo di Stato imposto da una presunta emergenza.
Non e' il momento per scandalizzarsi, se si e' ritenuto da parte del Capo dello Stato che fosse arrivato il momento per il bene pubblico di nominare un Cincinnato a termine, rispondendo ad una esigenza del tipo "a mali estremi, estremi rimedi".

Cio' che sembra di poter rilevare tuttavia che si e' trattato di un golpe imperfetto in quanto e' mancata, per essere  un golpe perfetto, l'attribuzione al nuovo governo di pieni poteri decisionali, cioe' della cosiddetta carta bianca, da esercitare nel limitato periodo - poco piu' di un anno - che precedeva le elezioni politiche della primavera 2013.

Si e' preferito cioe' condizionare l'attivita' del governo tecnico con votazioni di fiducia, che partiti in puntigliosa contrapposizione politica si affrettavano con una inusitata concordia a votare, col timore forse di essere tutti ridotti al silenzio nel periodo transitorio di vita del governo tecnico.

Con la conseguenza che ogni provvedimento "salvaitalia"- che avrebbe dovuto portare l'impronta del governo di emergenza -veniva spesso snaturato da defatiganti trattative con partiti e forze sociali pronte ai veti, agli ostruzionismi, alle manifestazioni di piazza per condizionare la sostanza dei provvedimenti. Ne e' risultato un governo impastoiato, rallentato nei ritmi decisionali, che ha addirittura decretato frettolosamente  la propria fine per una proclamazione di sfiducia di principio, da parte di uno dei partiti che lo avevano appoggiato senza riserve fin da principio .

Naturalmente, bisogna constatare,il senatore Monti - divenuto poi uomo politico con proprie liste nella lotta elettorale per le elezioni politiche della primavera 2013 - ha avuto buon gioco nel poter affermare - a proprio beneficio politico - che l'azione del governo e' stata minata dai veti frapposti da uno o piu' interlocutori del governo.
Governo che se avesse potuto disporre, invece,di piena autonomia decisionale, poteva si' esser tenuto a consultare le varie forze in campo, ma restando arbitro della propria condotta.

Il golpe sarebbe stato in tal modo completo,col rischio anche di suscitare riserve nei custodi della Costituzione, ma probabilmente si sarebbe rivelato -  nel breve arco di tempo disponibile -meglio rispondente alle necessita' del Paese, se questa era - come si immagina che fosse -la preoccupazione del Capo dello Stato di raddrizzare una situazione che stava prendendo - nelle sue autonome valutazioni - una brutta piega.


 Rino Palmieri

1 commento:

  1. Recentemente vari giornalisti ( per lo più stranieri ) confermano queste ipotesi di " golpe istituzionale "................E QUESTA SAREBBE UNO STATO DEMOCRATICO !

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